
La risposta di Frimar all’emergenza coronavirus passa anche dal cambiamento della produzione. (Il Giorno, articolo 30 Aprile 2020)
Frimar riadatta la produzione ai tempi del Covid
La Frimar specializzata in serramenti ha approfittato dell’emergenza sanitaria per rivoluzionare la produzione.
Cambiare per resistere. Cambiare per crescere anche davanti alle incognite dell’immediato futuro, tra la nebulosa «fase 2» e l’inevitabile convivenza con il virus. Ci stanno provando alcuni imprenditori come Massimo e Marco Frigerio, della Frimar Serramenti di Ossona. L’idea è semplice: utilizzare competenze e materiali già a disposizione per riconvertire parte della produzione e realizzare ciò che il mercato chiede; in questo caso grandi dispenser destinati al gel disinfettante; oltre alle ormai celebri protezioni trasparenti per uffici, sportelli e non solo.
L’azienda cambia pelle e ora realizza divisori
Quando i due imprenditori si sono resi conto che il mercato offriva solo dispenser di piccola taglia (da 200 o 300 ml) hanno deciso di proporre colonnine da cinque litri, in grado di «resistere» per un tempo ben superiore prima di essere sostituite. E le richieste sono fioccate, nonostante il progetto sia partito una decina di giorni fa. «L’idea sembra funzionare: in poco tempo abbiamo venduto una ventina di colonnine per il gel disinfettante – racconta Massimo –. Ma è ancora presto per sapere se saremo in grado di produrle su larga scala. Si sa come funzionano le novità, a volte va tutto bene, altre no. Neppure l’investimento è stato stimato, fino ad ora abbiamo usato quello che avevamo, richiamando al lavoro solo tre persone per sviluppare questo progetto». Naturalmente senza rinunciare alla vocazione più propria dell’azienda, che fin dagli anni Settanta – quando alla guida c’era il padre di Massimo e Marco – produce serramenti. «Chi si sta organizzando per la riapertura ha già ordinato anche le protezioni. Noi le creiamo su misura in cristallo e alluminio: i policarbonati sono più economici ma tendono a opacizzarsi con il tempo e credo che la convivenza con il virus sarà piuttosto lunga».
Al via la fase due
A questo proposito, il 4 maggio si avvicina. Come stanno vivendo i lavoratori la situazione? «Il clima è positivo – racconta ancora Massimo –: abbiamo anticipato la loro cassa integrazione e pagato anche la differenza rispetto allo stipendio. Oltre ad aver stipulato un’assicurazione ad hoc in caso di ricovero da coronavirus. Ma ci saranno altre difficoltà; pagheremo il prezzo dei due mesi di blocco quasi assoluto tra maggio e luglio.
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